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Per quanto tempo resto segnalato in CRIF se non pago? PDF Stampa E-mail
Scritto da Nicola Tartaglia   
lunedì 04 luglio 2016

Cattivi pagatori di banche e finanziarie: i tempi di permanenza dei debitori all’interno della centrale rischi CRIF.

 

Per quanto tempo il debitore rimane segnalato nella Crif se non paga una rata del mutuo o del finanziamento alla banca? Quali sono le conseguenze e, soprattutto, come si fa ad essere cancellati da Crif una volta iscritti? Quali sono le modalità per chiedere a Crif una visura onde conoscere la propria posizione? Sono queste le domande che, più spesso, si pone chi ha a che fare con banche e finanziarie, specie di questi tempi che la crisi non consente di essere sempre puntualissimi nei pagamenti.

Prima però di rispondere a queste domande, diamo subito una buona notizia: si viene segnalati in Crif o in qualsiasi altra Sic (Sistemi di informazione creditizia) solo nei casi in cui il ritardo o l’omesso pagamento sia almeno di due rate consecutive o due mesi consecutivi. Inoltre l’iscrizione non riguarda il mancato pagamento di debiti con Equitalia, per cui non scatta in caso di mancato adempimento del piano di rateizzazione relativo a cartelle esattoriali.

Non è una novità, del resto, che il mancato pagamento di una rata del mutuo o il semplice ritardo generino in chiunque la paura di essere segnalati nelle Centrali Rischi dei cattivi pagatori, la più temuta delle quali, perché più nota, è certamente la CRIF. Ciò perché le conseguenze, seppure non sanzionatorie, riguardano la possibilità, in futuro, di accedere a finanziamenti, mutui, aperture di credito (cosiddetti “fidi”); inoltre la banca potrebbe negare l’autorizzazione all’emissione di assegni, potrebbe chiedere la restituzione della carta di credito e, non in ultimo, nei casi più gravi, negare la possibilità diaprire un conto corrente.

Ecco perché è vitale, in alcuni casi, conoscere per quanto tempo vengono conservati nelle Centrali Rischi i dati relativi ai ritardi di pagamento.

Centrale rischi della Banca d’Italia e Crif

Una precisazione viene d’obbligo per non cadere in un errore che spesso si compie: una cosa è la Centrale Rischi della Banca d’Italia, che è una banca dati pubblica, nella quale vengono indicati i mancati pagamenti di finanziamenti e mutui e tutto ciò che riguarda la “cattiva reputazione” del consumatore nei confronti degli intermediari finanziari. Diversa invece è la Crif, che è una banca dati privata, dove non viene indicata solo la storia negativa del correntista, ma anche i suoi meriti come ad esempio il corretto adempimento di un mutuo.

Per quanto tempo rimango segnalato in CRIF se non pago?

La legge [1] stabilisce dei tempi tecnici per la conservazione dei dati negativi in Crif. Alla scadenza di tali termini il debitore viene automaticamente cancellato, senza bisogno di richieste o istanze specifiche. Ecco perché è bene sempre diffidare dalle società che promettono servizi di cancellazione da Crif, posto che queste non potrebbero accelerare i tempi di cancellazione.

Per quanto riguarda le informazioni creditizie di tipo negativo relative a ritardi nei pagamenti, successivamente regolarizzati, tali informazioni vengono conservate in Crif entro i seguenti termini, oltre i quali vengono cancellate d’ufficio:

        richieste di finanziamento: 6 mesi, qualora l’istruttoria lo richieda, o 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o rinuncia della stessa;

        morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione;

        ritardi superiori sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione;

        eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l’ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso);

        rapporti che si sono svolti positivamente (senza ritardi o altri eventi negativi): 36 mesi in presenza di altri rapporti con eventi negativi non regolarizzati.

 

 

[1] Art. 6. Conservazione e aggiornamento dei dati, dell’Allegato A.5 del Codice in materia di protezione dei dati personali – Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti.

 

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