Cos’č il reverse charge o inversione contabile: a che serve
Scritto da Nicola Tartaglia   
lunedě 16 maggio 2016

Cos’è e come funziona l’inversione contabile, perché viene utilizzata, in quali campi si applica, i riferimenti normativi, un esempio pratico.

 

Si sente parlare sempre più spesso di reverse charge, ovvero quell’operazione che in italiano si definisce in maniera molto più comprensibile “inversione contabile”. Vediamo di cosa si tratta e a cosa serve, partendo come sempre da una definizione.

 

Cos’è il reverse charge o inversione contabile?

Si chiama inversione contabile o reverse charge IVA il meccanismo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto che “inverte” l’obbligo dell’imposizione fiscale dal venditore (che generalmente applica l’IVA perché la versa una volta ricevuta), all’acquirente.

 

A cosa serve il reverse charge?

Il reverse charge o “inversione contabile dell’IVA” è un meccanismo che viene usato soprattutto in ambito di politica fiscale e che ha la finalità di ridurre l’evasione dell’IVA, una delle imposte più evase nel panorama europeo.

 

Come funziona il reverse charge o inversione contabile dell’IVA

Ma vediamo come funziona il reverse charge IVA? Ecco nella pratica quali sono i passaggi in caso di inversione contabile dell’IVA:

·         Quando il venditore emette fattura non addebita l’imposta;

·         L’acquirente alla ricezione della fattura la integra con l’aliquota di riferimento per il tipo di operazione fatturata;

·         L’acquirente procede poi con una duplice annotazione, una nel registro acquisti e una nel registro vendite.