Come contestare una multa senza pagare
Scritto da Nicola Tartaglia   
luned́ 04 luglio 2016

Rispettare il Codice della Strada è obbligatorio. Ma spendere soldi in una contravvenzione fatta male no. Un vizio di forma o di sostanza può annullare la stangata.

 

Fatta la multa, fatto il danno? Non è detto. Premesso che il rispetto del Codice della Strada e delle norme che regolano, ad esempio, i divieti di sosta, è più che doveroso, esistono dei vizi di forma e di sostanza che trasformano la multa ricevuta in carta straccia. Cioè, in un atto che è possibile contestare senza pagare nulla. Insomma, non sempre il vigile ha ragione.

Contestare una multa senza pagare per vizio di forma

I vizi di forma più comuni sono l’assenza di dati essenziali per fare la contravvenzione e la notifica tardiva della multa.

Per quanto riguarda il primo caso, la legge [1] prevede che il verbale di accertamento della multa riporti il giorno, l’ora ed il posto in cui è stata commessa l’infrazione, le generalità del conducente la sua residenza ed, eventualmente, il nome del proprietario del veicolo. Non solo: sul verbale ci devono essere scritti anche gli estremi della patente del conducente, il tipo di veicolo e la targa, chi è l’agente che ha fatto la contravvenzione, e come e in quali circostanze è stata commessa l’infrazione.

Altro vizio di forma è quello della notifica in ritardo della multa. La contravvenzione deve essere comunicata entro 90 giorni dalla data dell’infrazione [2].

Contestare una multa per vizio di sostanza

Anche per fare una multa, oltre alla forma ci vuole la sostanza. E in alcuni casi, la mancanza di quest’ultima può essere un motivo per contestare la multa senza pagare.

Prendiamo, ad esempio, l’autovelox, uno dei nemici acerrimi di chi è alla guida in autostrada come in città. C’è, infatti, chi è stato costretto a pagare una multa di quasi 100 euro perché sorpreso a 63 chilometri orari in una via isolata di campagna ma appartenente al territorio comunale di qualche paesino sperduto. Una vera seccatura, anche perché chi ha preso la multa non torna mai “sul luogo del reato” per verificare se l’autovelox è regolarmente tarato oppure no. Ed, invece, dovrebbe essere così. Affinché la contravvenzione sia regolare, la taratura dell’autovelox deve essere fatta periodicamente e documentata dall’amministrazione che gestisce il segnalatore di velocità. Nel caso si volesse presentare ricorso, conviene chiedere all’autorità competente la documentazione che attesti la regolare taratura dell’autovelox. Se così non fosse, la multa è nulla e non si deve pagare.

Inoltre, Cassazione e tribunali hanno stabilito a suon di sentenze alcuni casi in cui le multe rilevate dall’autovelox sono nulle. Ad esempio, quando l’eccesso di velocità è motivato da uno stato di necessità del conducente [3] o quando manca il doppio segnale della presenza dell’autovelox nelle strade a due corsie [4].

Restiamo in città, dove spesso si lascia la macchina sulle strisce blu, si paga il ticket del parcheggio ma si ritorna a prendere l’auto quando il termine orario è stato superato. Insomma, pago per un’ora ma parcheggio per un’ora e mezza. In questo caso, la contravvenzione potrebbe essere annullata se non c’è una delibera comunale in materia che legittimi questo tipo di multa. Questo perché lasciare la macchina nelle strisce blu per un tempo superiore a quello pagato non rappresenta una violazione del codice della strada. Tutt’al più si dovrà rispondere di inadempimento nei confronti del gestore del parcheggio. Si dovrà pagare, dunque, la differenza, ma non una multa. Sempre che, come detto, il Comune non abbia stabilito il contrario con un’apposita delibera.

Altri vizi di sostanza contestabili per non pagare una multa possono riguardare le contravvenzioni su auto la cui targa non è leggibile sulla foto dell’autovelox o la segnaletica stradale assente, posta su un solo lato o non leggibile.

Contestare multe senza pagare: come fare ricorso

Il ricorso per non pagare una multa va presentato al Prefetto o alla Polizia Municipale entro 60 giorni dalla data in cui è stata notificata la multa. La domanda va presentata di persona o tramite raccomandata a/r. E’ necessario specificare le generalità del conducente, i dati della vettura e del verbale, i motivi della contestazione e quelli per cui si chiede la sospensione della sanzione.

Se il Prefetto ritiene che il conducente ha ragione, annulla la contravvenzione e non si paga la multa. Se, invece, decide che la contestazione è giusta, emette un’ordinanza di pagamento (almeno il doppio della prima sanzione più le spese legali).

Se il conducente insiste nell’avere ragione si può rivolgere entro 30 giorni al Giudice di Pace competente rispetto al luogo in cui è stata commessa la presunta infrazione (pagando un contributo unificato in base all’ammontare della multa). Questo passaggio è possibile anche prima di ricorrere al Prefetto.

 

[1] Art. 383 D.P.R. n. 495/1992.

[2] Art. 201 Codice della Strada.

[3] Sent. Cass. 7198/2016.

[4] Sent. Trib. Trento n. 856/15.

 

 

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